Antonio Iannone, già presidente della Provincia di Salerno, risponde a Giuseppe Canfora, dopo il nuovo grido d’allarme lanciato sui conti di Palazzo Sant’Agostino che avrebbe fatto ipotizzare al nuovo presidente la chiusura di alcune strade provinciali per assenza di fondi. «Canfora – dice Antonio Iannone (presidente regionale dei Fratelli d’Italia) – dichiara che chiuderà le strade provinciali, che chiuderà le scuole medie superiori, che deve licenziare il 50% dei dipendenti della Provincia. Abbiamo capito quale è il suo programma di mandato: più che un Presidente sembra un becchino». «Per 24 mesi – prosegue Iannone – ho denunciato i guasti che la legge Delrio del governo Renzi avrebbe provocato all’Istituzione più antica d’Italia, ai Territori e ai suoi cittadini mentre il Pd provinciale pensava a fare solo strumentali attacchi su tutto. Oggi scoprono in quale quadro di difficoltà è stata svolta la nostra azione di governo e dimostrano di non essere neanche lontanamente capaci di imitarci. In meno di tre mesi hanno mandato in tilt il sistema dei rifiuti, non riescono a dare certezza ai lavoratori a tempo determinato ed indeterminato della Provincia e di Arechi Multiservice, sforano il patto di stabilità che lo scorso anno eravamo stati capaci di cogliere, non è stato approvato entro il 31 dicembre 2014 il nuovo statuto dell’Ente come prevedeva la Legge, anzi non è partita proprio ancora la discussione in Commissione. Mi chiedo dove sono finiti i Sindaci, i Sindacati, i comitati civici che invocavano durante l’Amministrazione di centrodestra i diritti dei territori». «Al cospetto di un fallimento completo di cui si è dato dimostrazione in appena tre mesi – prosegue ancora Antonio Iannone – si registra pero’ la costosa nomina di un inutile Direttore Generale esterno (Bruno Di Nesta, ndr) come obolo politico da pagare alla famiglia De Luca di cui Canfora si dice onorato di essere stampella. Non ci sono i soldi e le possibilità di legge per fare niente tranne che per operare questa nomina ma su questo poi ci dirà la Corte dei Conti. Le annunciate dimissioni le aspettiamo con ansia ma non possono essere motivate dall’impossibilità’ bensì dall’ incapacità di amministrare».
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Caso Guardian, parlano i dipendenti
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